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Writer's picturePier Domenico

Il Ritz

Non riesco a decidere se l'essere collegato con gli altri sia un bene oppure no. A volte penso di sì: chiamiamo casa, da casa chimano noi, o, almeno, hanno la possibilità di farlo. Solo una delle nostre due famiglie di genitori ha imparato a usare il video. Per gli altri, c'è comunque la voce.




Ieri uno dei miei più cari amici mi ha comunicato di essere stato ricoverato nella camera 10. La fidanzata in quella accanto. Oggi li hanno entrambi spostati in compagnia di altre persone che respirano con i tubi dell'ossigeno. Saperlo genera tutta un'altra serie di domande che li riguardano: quanto ci rimarranno, come passano le giornate, come stanno? E altre che riguardano me: devo chiamarli, oppure no? Ogni informazione genera una reazione, pretende un'azione, alimenta una nuova preoccupazione. Sono grato di sapere e angosciato di sapere troppo. Quindi non seguo, non ascolto, non controllo i grafici, non polemizzo su come siano raccolti i numeri. Guardo fuori, la strada, il giardino. Il pettirosso. Lo scoiattolo. Ascolto le sirene della polizia. Le auto in strada. Oggi, quasi nessuna. Ci fosse Shackleton, non so cosa ci consiglierebbe di fare. Quando lui e i suoi andarono a Sud senza avere alcuna notizia della guerra. Alla stazione di Grytviken , oggi abbandonata, mancarono l’Harpoon, il piroscafo della posta, per meno di due ore e mezza. E una volta chiusi dai ghiacci, avevano cercato di intercettare il segnale radio concordato con la base delle isole Falkland, che veniva trasmesso alle tre e venti di mattina. Ma nonostante gli sforzi di James e Hudson di sistemare la radio, i duemilaseicentoventi chilometri che li separavano dalla prima anima vivente rese impossibile ogni contatto. Potevano parlare solo tra di loro, nella pancia della Endurance che avevano sistemato in previsione di trascorrerci dentro l'Inverno Antartico: avevano ricavato nuovi quartieri per gli ufficiali e l'equipaggio, una zona comune per mangiare, che avevano chiamato il "Ritz" come l'albergo di Londra in cui, noi avevamo dormito quando ci siamo sposati, senza dirlo a nessuno, a parte i nostri due amici testimoni. Avevano i cani, loro. Certo: i cani. Accucciati sul ghiaccio della banchisa, in attesa di partire verso Sud con le slitte.

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